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Romana Zmitkova, in arte Romana Romeo, è una pittrice che si addentra nella realtà con un'affabulazione lirico-fantastica. Tra paesaggi sospesi in atmosfere sognanti sembra ricondurre con un sorriso ai remoti ricordi dell'infanzia. Alla porta del suo cuore bussa la nostalgia nella dolcezza di una soavità che si trasforma in cromie delicate. Ed ecco aquiloni, mongolfiere, vastità marine, alberi e cieli e fanciulli nella malinconia che chiama all'abbraccio d'amore. In un tempo senza tempo la sua poesia sussurra orizzonti d'emozioni in un candore d'interiore appagamento. (Giovanni Quaresmini)
Emozioni e colori nell’arte di Romana Romeo
La poesia immaginativa che caratterizza i dipinti di Romana Romeo discende da una sincera propensione dell’artista a dare vita a un realismo di caratura fantastico-fabulistica che, sicuramente, non lascia indifferenti. Infatti, già a una prima ricognizione, le opere di questa eclettica creativa si connotano per una precisa cifra stilistica in seno alla quale si muovono figure, forme e immagini immerse in un paesaggio senza tempo, quasi fossero sospese in un’atmosfera onirica in grado di attrarre e conquistare. Tutto ciò deriva, a nostro avviso, da un preciso studio prospettico, nel quale si osserva, anzitutto, un preciso studio della profondità: il cosiddetto "punto di fuga" si pone dunque come centro e come vero e proprio perno per l’intera composizione, articolata secondo volumi e figure che si dispongono sulla tela. Tale disposizione non è affatto casuale, anzi, rivela immediatamente una intenzionalità meta-narrativa: si tratta di una sorta di autentico "racconto per immagini", grazie al quale Romana intende emozionare senza mai risultare sterilmente affabulatoria o piattamente didascalica. Si ha, invece, l’impressione che quello attuato dalla Romeo voglia essere un racconto fatto a bassa voce, quasi silenziosamente, fatto non tanto per persuadere, quanto per avvincere secondo una soavità che non esonda nell’asfittico compiacimento che, in quanto tale, rischierebbe quasi certamente di invalidare la pregnanza di questo iter ideativo. Più efficacemente, l’artista desidera immergere chi osserva i suoi quadri in immagini di luce, o meglio in immagini di vita, attraverso una coloristica dalle tinte quasi pastellate, lontane anni luci da certi "ismi" che spesso vengono perentoriamente perseguiti in altre esperienze artistiche. Un linguaggio diretto, dunque, nel quale si muovono agilmente figure che agiscono in modo corale, mai distaccato le une dalle altre, in un continuo "dialogo" e rispetto con la natura in cui quasi sempre sono immerse. Un sensuale passo di tango, un piccolo e amabile fraticello, un solitario suonatore di liuto, una corale di giovani allievi col proprio direttore, queste e tante altre scene sono al centro di lavori ammantati da un gusto sobrio ed elegante che la pittrice dipana con un tocco inconfondibile. Da osservare sono, parimenti, quei rapporti fra interno ed esterno che Romana pone in essere, dipingendo eleganti figure in un interno che però non risulta claustrofobicamente chiuso: in esso si trova quasi sempre un’apertura ampia, sia essa una finestra, un poggio o una balconata, dal quale si gode una vista che porta a spaziare fino a un orizzonte lontanissimo. Questo modus operandi non è sicuramente frutto del caso, ma sicuramente da una predisposizione della Romeo verso quella prossimità affettiva verso il prossimo che le appartiene e che vuole espressamente veicolare anche attraverso i suoi dipinti. D’altra parte, la "fedeltà" a sé stessi è uno dei motivi ricorrenti nella storia delle Beaux-Arts, e più un artista lo è maggiore è il risultato complessivo dei suoi lavori, specie quelli dove la vita viene rappresentata – come nel caso di questa autrice – secondo una ispirazione sincera e cristallina. Da ultimo va osservato che la sua arte discende da una linea sicura grazie alla quale essa riesce a cogliere l’essenzialità del soggetto senza semplificarlo, offrendo così l’opportunità di guardare dentro e oltre quello che le palesano le tinte.
dott. Simone Fappanni
La vita
Romana Zmìtkovà (in arte Romana Romeo) è nata in Repubblica Ceca.
Fin da bambina dimostra grande passione per il disegno ispirandosi al padre che,nel tempo libero dal suo lavoro di ingegnere, realizzava piccoli oggetti artistici in legno e ceramica.
Nel 2005 frequenta i corsi di pittura del maestro Michele Angarano.
Nel 2012 ha seguito un corso estivo di illustraizioni tenuto da Matteo Gubellini.
Nel 2014 ha realizzatto un'illustrazione per il libro «La quercia della piazza» del professor Giovanni Quaresmini che fa riflettere sul fatto di non rincorre le ricchezze materiali ,ma di cercare la felicità in chi ci sta vicino.
Romana esprime la sua arte attraverso colori vivi e vivaci,le sue non sono nature morte''ma vive'',come lei stessa le definisce.Gli alberi rotondi sono le fecondità della vita,tulipani nei vasi le ricordano la nonna che le metteva i fiori sul comodino in camera,le prugne,le ciliegie e la frutta fresca sono i simbolo di vita e prosperità.Nelle sue opere da vita a un realismo fantastico-fabulistico che si ricollega ai grandi artisti della corrente del realismo magico,del secolo scorso,come Casorati, Fumi, Donghi.
I suoi personaggi si muovono in un paessaggio senza tempo di tinte pastello dove prospettiva e ben definita e spesso guarda oltre un davanzale sulla vita.Un piccolo e amabile fraticello,un solitario suonatore di liuto,una corale di giovanni allievi con un direttore d'orchestra.
Dal 2011 partecipa a mostre e rassegne d'arte in spazi prestigiosi ,conseguendo importanti riconoscimenti da parte della critica e pubblico.
Le sue opere fanno parte delle collezioni private in Italia, Germania, Svizzera, Repubblica Ceca, Irlanda, Israele, ma anche in America.
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